Pesci, maiali e testate giornalistiche

Salvataggio di un biologo marino

E’ ormai virale, almeno fra quelli che ne capiscono un po’ di pesci e/o di biologia marina, la grande fesseria pubblicata dal Resto del Carlino, non l’avanzo di un cane a metà fra il puccioso e l’inquietante, ma la testata giornalistica di Bologna!
Però devo spezzare una lancia a favore dell’articolo e salvare il biologo marino intervistato, il dottor Goffredo, il pezzo se si legge è corretto!
Cominciamo con il dire che spesso, noi del settore veniamo chiamati per un’intervista e che difficilmente quando una testata ce lo chiede diciamo di no, a me è capitato ultimamente per la rivista SUB e in passato spesso per Repubblica Napoli, quando si esce solo on line è facile far correggere al volo qualche piccola imperfezione o altro!
Ma se lo scritto su internet non “manent” abbastanza, quello su carta è una brutta bestia, li ormai il guaio è fatto!
Ma torniamo al nostro pezzo cartaceo, si parla di specie alloctone in mare, il pezzo è fondamentalmente corretto, come vi dicevo, con risposte semplici e concise a domande tutto sommato banali, quindi la scena deve essere stata tipo, telefonata del giornalista;
Giornalista: Dottor Goffredo vuole rilasciare un’intervista sulle specie aliene nel Mediterraneo?
Dottore: Certo che si!
Seguono domande, magari anche sbagliate, al cui il biologo risponde correggendo anche le domande!
A questo punto l’articolo passa al titolista che fa la prima grossa cagata, occhio che non sarà l’ultima, ma è quella che è sfuggita ai più!

Titolo dell’articolo in questione

Primo usa la parola tipi invece della parola specie, le due cose in tassonomia sono del tutto diverse e non sono per niente sinonimi, infatti il tipo è un sinonimo di phylum, vi ho messo i link a wiki così se volete approfondire un po’…
Se parliamo di politica, moda o altro possiamo interpretare specie come qualità, sorta (c’era gente d’ogni specie. per esempio), in quel caso va bene sostituirlo con tipo, ma in questo caso è un grave errore, in scienza le parole hanno un valore e un peso ben specifico, quando ho letto tipi di pesci mi son venuti i brividi!
Prosegue con un allegro “arrivano anche meduse ed invertebrati”, sottintendendo, probabilmente, che le meduse siano vertebrati?!?
Ma anche chi si occupa delle foto e delle didascalie ci mette del suo con un crescendo di fesserie che arrivano all’apoteosi finale, in un’escalation wagneriana che la cavalcata delle valchirie scansati proprio!
Cominciamo dalla colonna di destra su cui capeggia la scritta in estinzione, mi sa che in estinzione è il buon giornalismo qui.

All’inizio troviamo lo storione cobice (Acipenser naccarii) non ci sono problemi, è risaputo che è una specie adriatica in forte pericolo di estinzione, poi però prosegue con una serie di cose senza senso.
Innanzitutto usare i nomi comuni non accompagnati da quelli scientifici non è mai un’ottima idea, si creano tante confusioni e chi vuole approfondire poi si trova nei casini, come chi ha messo quell’ultima foto, ma ci arriviamo, abbiate pazienza!
Ecco che esce un Ghiozzo di Grotta, dalla foto presumo essere (Speleogobius trigloides), di questa specie si sa ancora pochissimo e il suo areale di distribuzione oggi noto è molto ristretto, motivo per cui può essere considerata come una specie “vulnerabile”, ma non in vero rischio di estinguersi.
Segue un’immagine di un barracuda tropicale con scritto Barracudina, penso intendendo pesci del genere Paralepis che neanche sono in pericolo di estinzione, continuano citando il Microittio (Microichthys coccoi) che insieme al Succiascoglio (Lepadogaster lepadogaster) indovinate un po’?
Non sono assolutamente in pericolo di estinzione.
Se pensate che il fondo sia stato toccato vi sbagliate di grosso e il meglio deve ancora venire, perché ci manca la colonna di sinistra ed è li che c’è la vera magia, uno di quei colpi da maestro unici, che se vuoi farlo apposta non ci riesci.
Capeggia il titolo “le New entry” come se si parlasse di LP o dell’ultimo acquisto della squadra del cuore.

In prima fila il pesce pipistrello, fermo restando che con questo nome comune vengono chiamati tantissimi pesci. Il nostro inseritore di foto e didascalie ci sbatte un bel pesce delle Galapagos, Ogcocephalus porrectus, non presente in Mar Rosso ne in Mediterraneo, se avesse voluto inserire il pesce pipistrello del Mar Rosso avrebbe dovuto scegliere un’appartenente al genere Platax, ma qui c’è un altro problema, c’è un’unica segnalazione nel Mare Nostrum di Platax teira ma forse si tratta di un rilascio da acquario (nd dottor Tiralongo).
Prosegue con una “Murena del Giappone”, mettendo una foto di Enchelycore anatina, una specie atlantico tropicale e mediterranea termofila che con il Giappone c’entra come i cavoli a merenda, ma che effettivamente sta espandendo il suo areale verso nord.
Il Pesce coccodrillo riportato nell’articolo dovrebbe essere un Papilloculiceps , se si tratta di Papilloculiceps longiceps , allora siamo davanti ad un miracolo signore e signori, perchè è una specie segnalata nel Mediterraneo, ma non gioite, no, perchè ne fu segnalato uno solo in Israele nel 1990, mai na’ gioia oggi.
Per sgombro spagnolo non so proprio cosa intendano, ne il disegno che hanno utilizzato al posto della foto mi aiuta, forse intendono il genere Scomberomorus.
A questo punto mi hanno stordito, sono come Rocky all’ultimo round del primo film, mi hanno quasi messo al tappeto e sono su per pura forza di volontà, capisco pochissimo e guardo un punto fisso all’orizzonte!
E qui arriva il colpo del knockout, la cosa che mi stende, il pesce porcellino!
Ormai penso che chi ha impaginato tutto voglia farmi prendere un infarto, questo è un attacco vero e proprio alle coronarie di qualsiasi biologo marino, ecologo, naturalista ma anche pescatore o pescivendolo che si rispetti!

Pomadasys incisus , foto di Fabio Russo

Con porcellino forse, il nostro impaginatore misterioso, intendeva un pesce della famiglia dei grugnitori (Haemulidae) probabilmente un pesce del genere Pomadasys, ha fatto una ricerca su google scrivendo pesce porcellino e indovinate qual’è la prima foto che gli è comparsa?
Quella di un vecchio fake che girava un po’ di tempo fa sui social!
Vedete cosa succede quando non si usano i nomi scientifici porca paletta??
Fra l’altro se il tipo, che a questo punto vorrei conoscere (sei il mio nuovo mito), avesse letto bene cosa c’era scritto sotto l’immagine avrebbe notato che era tratta da un articolo che recita proprio: “La bufala dell’abominevole pesce-maiale
Ed è tutto qui, scusatemi ma dopo tutti questi colpi, qualcuno pure troppo basso, devo andare a stendermi che altrimenti stramazzo al suolo!
ADRIANAAAAAA!
Fabio Russo

Si ringrazia vivissimamente il Dottor Tiralongo per le consulenze ittiologiche rapidissime e le correzioni, mi ha tenuto in vita, meglio di un defibrillatore.

4 pensieri riguardo “Pesci, maiali e testate giornalistiche

  1. Guardi non difendo la carta e i giornalisti che hanno il dovere di informarsi e di evitare le banalità (sacrosanto) ma eviti anche lei quando scrive di materia che non conosce: le notizie suo web restano ben più a lungo di quanto non accada sulla carta, prova ne è il numero di querele che arrivano ai giornali per quanto pubblicato sul web e non viceversa. Non è questione marginale, anche la nostra specie è mutante e forse dalla carta stampata arrivano meno bufale di quante non ne arrivino dal web. Certo, sempre di bufale si tratta.

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    1. Ovviamente su internet rimane tutto, ci sono gli screenshot, ma a me è capitato di essere intervistato, che uscisse qualche imprecisione e che si correggesse al volo, questo purtroppo su carta è impossibile, la figuraccia che ci ha fatto l’intervistato quando è uscito tutto su web e nessuno ha letto l’intervista ma tutti hanno visto quel maialino è qualcosa secondo me di irreparabile!

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