Gli asini che volano e i gamberi sugli alberi

Sapete che qualche volta divago un po’ dalla biologia marina anche se i temi rimangono molto legati appunto a questo argomento, sono pur sempre di base un naturalista appassionato che guarda il mondo e le notizie, soprattutto quelle legate alla natura, con un’innata curiosità.
Ho sempre adorato l’espressione “credi agli asini che volano” con l’allusione a chi è molto ingenuo e credulone, come chi realmente credesse che gli asini possano volare. Il modo di dire ha origini antiche ed è legato ad un evento pubblico che aveva luogo un tempo a Empoli durante la festività del Corpus Domini, consisteva nel far scivolare lungo una corda tirata dal campanile un asino bardato di ali posticce fino a terra, dando l’impressione che volasse, a quel punto si interpretavano i segnali del suo comportamento come auspici per il successo del raccolto annuale, mi immagino che paura avesse dovuto provare quella povera bestia scaraventata giù da un campanile!

Guarda l’asino che vola!!!

Cosa c’entra l’asino che vola con la nostra storia? Beh se fossi stato una persona superficiale mi sarei fatto fregare da una cosa molto simile. Pochi giorni fa girovagavo, come sono solito fare, sulle news, ovviamente il signor Google mi profila da decenni e sa bene cosa attira i miei click così mi propone una notizia fresca fresca:

“Una nuova specie di gambero arboricolo scoperta nelle Montagne dei Ciclopi”

Non potevo non cliccare anche perché ho subito immaginato un gambero appollaiato su di una pianta tropicale e la mia mente ha subito pensato ad una bufalona pazzesca.

Un gambero arboricolo così come me lo ero immaginato creato dall’IA

Apro la notizia che subito dopo il titolo mi mostra una mazzancolla tropicale decongelata che manco al peggior supermercato di Caracas!
Digerisco la pessima immagine e vado avanti a leggere, dai è scienze.com quante fesserie ci possono essere scritte!
“Una spedizione nelle Montagne dei Ciclopi in Papua, Indonesia, ha portato alla scoperta di una nuova specie di gambero che vive sugli alberi, una scoperta sorprendente per gli scienziati che non si aspettavano di trovare questi crostacei tipicamente acquatici in un habitat così insolito.”
Figo, ho pensato subito ai gamberi di fiume, come quelli della Luisiana (Procambarus clarkii), che possono uscire dai fiumi e andarsene a spasso per parecchio, magari si tratta di un adattamento simile!

Gambero di fiume europeo (Austropotamobius pallipes).

Durante la spedizione sono state riscoperte alcune specie che si consideravano ormai estinte come echidna dal becco lungo di Attenborough (Zaglossus attenboroughi) e il primo avvistamento del succiacapre di Mayr (Ptiloprora mayri) dopo 16 anni.

Queste scoperte avrebbero portato in secondo piano la vera scoperta della spedizione:
“è stato scoperto un nuovo genere di gambero che vive sia a terra che sugli alberi.”

L’articolo continua con una serie di virgolettati che mi lasciano dubbioso… un nuovo genere, capisco che il nome non ci sia ancora, ma almeno la famiglia di questi benedetti gamberi si può sapere?
Mi stavo per rassegnare nel non saperne niente di più quando ho un’illuminazione, i virgolettati sono del dottor Leonidas-Romanos Davranoglou, entomologo capo della spedizione e ricercatore post-dottorato presso il Museo di Storia Naturale dell’Università di Oxford.

L’ente è serio, della riscoperta dell’echidna di Attenborough hanno parlato in molti, perché, allora, non provare a fare una ricerca con Google?

Pochi click e arrivo alla fonte originale:

https://www.expeditioncyclops.org/

Se si esplora un minimo il sito si trova l’articoletto sui “gamberetti” con l’immagine giusta.

Ecco il “gambero”

Non sarò uno studioso di crostacei, ma capisco subito che questo non è un gambero come lo intendiamo in italiano, infatti, si tratta di un anfipode; gli anfipodi sono sempre un ordine dei crostacei, ma che in italiano molto spesso vengono detti pulci di mare. È verissimo che la maggior parte degli anfipodi è marina, ma ci sono molte specie che sono terrestri, vivono, in ambienti umidi, come spiagge o le lettiere di foglie delle foreste.

Un anfipode marino della famiglia Eupronoidae.

Il problema è ovviamente comunicativo, in inglese gli isopodi sono comunemente detti shrimps, e se lo date in pasto ad un qualsiasi traduttore vi risponderà traducendolo con gamberetto! Uno dei motivi per i quali di notizie scientifiche dovrebbe occuparsi chi se ne intende.
Quindi la scoperta di una specie di isopode che vive sugli alberi non è clamorosa?
Non potremo fare fritturine di gamberetti arboricoli della Papua?
Se la risposta alla seconda domanda sarebbe stata in ogni caso NO, la risposta alla prima è si ma. Si la scoperta di una nuova specie, o addirittura un genere, è clamorosa, si non conoscevamo ancora anfipodi che vivessero sugli alberi, ma conoscevamo già specie che vivevano molto lontano dall’acqua.

Avrei soprasseduto senza scrivere niente ma, oggi la notizia mi è capitata sotto gli occhi ancora due volte, una su di una rivista importante, e ho deciso di venirvi in aiuto, perché se qualcuno vi dice:
“guarda c’è un asino che vola!”
Magari è vero, ma l’asino è legato a delle corde, basta solo approfondire!

Fabio Russo

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