Quell’intollerabile rompiuova di Jova!

I funesti Beach Party

Ciao, sono un naturalista qualunque, nel senso che come tanti altri ho studiato scienze naturali, perché? In principio, quando ero giovane pensavo di amare fortissimamente il mare e di voler approfondire le mie conoscenze in materia, che sia chiaro è ancora il mio primo e più grande amore ma negli anni di studio e di passione ho scoperto di amare, ma di non conoscere altrettanto bene purtroppo, tutta la natura. Scopro ogni giorno adattamenti, peculiarità e fantastiche cose che mi fanno innamorare sempre di più. Certo la vita è una sola e il tempo è quello che è, se potessi dedicare tutte le 24 ore di una giornata alle mie passioni la dividerei volentieri a metà fra la mia compagna di vita e la biologia marina, e anche non dividendola a metà potrei finire i miei giorni sapendo per certo che non so niente, o per lo meno so meno di quello che vorrei, aggiungete a questo che mi piacerebbe sapere sicuramente di più su tutta la natura e capitemi quando dico di sentirmi inadeguato quasi sempre, e che nella mia testa spesso ci sono più domande che risposte.
Il preambolo come al solito avrà fatto fuggire il 98% dei lettori, ma fa niente, non sono i numeri che mi interessano ma la qualità di chi legge e magari capisce.
Detto questo, avrete sicuramente intuito, se mi conoscete lo sapete direttamente, che in genere quando si tratta di divulgazione mi fermo volentieri al limite massimo dell’alta marea, conosco troppo poco secondo me per poter spiegare a qualcuno cosa c’è oltre il mio mondo, lascio questo compito ad altri e non me ne pento, anzi spesso ascolto divulgatori con estrema passione cercando di incamerare più notizie e nozioni possibili. Credetemi non è falsa modestia è semplicemente conoscere sé stessi e sapere i propri limiti, già mi sembra assurdo a volte spiegare la biologia marina ma quella penso sia più la sindrome dell’impostore più che una realtà conclamata.
Detto questo da naturalista che ne capisce un po’ di biologia marina ma molto poco di avifauna vi racconto comunque una storia che in questi mesi mi ha preso particolarmente, ne volevo fare un post su Facebook ma sarebbe venuto troppo lungo e non lo avrebbe letto nessuno e quindi mi affido al mio blog!
Non tutti sanno che su alcune spiagge italiane nidificano due uccellini, il fratino euroasiatico (Charadrius alexandrinus) e il corriere piccolo (Charadrius dubius), due uccelli incredibilmente belli che tuttavia sono a grave rischio estinzione, si tratta di specie di limicoli migratori che scelgono alcune spiagge fra primavera e l’inizio dell’estate per nidificare. Queste 2 specie sono inserite in liste di tutela e in particolare il fratino rientra nella Red List dell’Iucn come ”in pericolo”; hanno bisogno di spiagge gestite in modo eco-compatibile, dune costiere intatte, con la tipica vegetazione, di attenzione da parte dei padroni di cani (guinzaglio e museruola) per evitare che possano schiacciare o addirittura mangiare uova e pulcini che hanno come unica difesa quella di mimetizzarsi rimanendo immobili sulla sabbia. Capirete che l’antropizzazione e la cementificazione delle nostre coste, la scomparsa delle dune costiere e l’ondata di gente che si riversa in spiaggia bene non fanno a queste 2 specie molto sensibili.

Come si fa a non amarli?

Bene detto che la popolazione di fratino è letteralmente crollata numericamente negli ultimi anni uno spiraglio di luce in fondo al tunnel si è cominciato a vedere e sono nate alcune associazioni e progetti per la salvaguardia di questo uccello.
Fra questi uno dei progetti di alcuni colleghi Naturalisti, “Una spiaggia per il Fratino” (pagina facebook https://www.facebook.com/unaspiaggiaperilfratino/)

Pullo (giovane) di fratino (foto Marcello Giannotti)

Ok il fratino e il corriere piccolo sono delle specie delicate, e che facciamo allora? Per proteggerli meglio facciamo una serie di concerti sulle spiagge dove nidificano e lo facciamo facendoci avallare dal WWF, vi sembra assurdo? Ma sta succedendo davvero, c’è una serie di concerti previsti anche sulle spiagge dove nidifica il nostro caro fratino ad opera del signor Lorenzo Cherubini, al secolo Jovanotti.

Adesso al di là della musica, quella è arte, in genere si basa anche su gusti personali che a mio avviso non si discutono, se vi piace Jovanotti non siete dei plebei e non siete da ghettizzare, io però mi domando e dico, ma il signor Cherubini che negli anni si è costruito un’immagine da fricchettone d’ultima generazione non avrebbe fatto meglio a spostare i concerti dalle spiagge? Abbiamo negli anni cementificato più di quello che ci serviva, creato palazzetti dello sport, stadi e piazze, non era più giusto rinunciare a questa “figata pazzesca” per evitare un impatto sulle coste devastante? Perché parliamoci chiaro, al di là del fratino e del corriere piccolo, solo il calpestio di tante persone, l’allestimento del palco e le luci di un concerto hanno un impatto devastante su un ambiente, che anche se siamo abituati a considerare diversamente, è naturale. Per farvi un idea cliccate sotto:

la schiusa delle uova di fratino (foto Marcello Giannotti)

Caro signor Cherubini, mi rivolgo a lei direttamente, io non la conosco di persona e non la giudico, sono solo un naturalista semplice, non un ambientalista con una visione limitata o un animalista ad ogni costo, solo naturalista e le chiedo: è veramente questo il modo per promuovere la sua figura e la sua musica nel 2019? Io una risposta me la son data, se prima lei mi era pressoché indifferente adesso non mi è per niente simpatico, ho provato per curiosità ad acquistare uno dei biglietti per il suo Jova Beach Party (sorvoliamo sul nome va) e mi sono trovato davanti a prezzi non da nulla fra i poco più 60 € e i quasi 140, sicuramente da questa serie di concerti ne guadagnerà qualcosina in termini economici ma in termini di immagine, mi creda, ne perde e tanto. Lei nel 2002 faceva una canzone si chiamava “la vita vale”, musicalmente discutibile, ma come dicevo sono gusti, riporto parte del testo:

“vi prego signori che state a sentire
voi che avete il denaro voi che avete il potere
voi che avete l’accesso che guidate il progresso
voi che state pensando “chi cazzo è questo fesso?”
che fabbricate e vendete prodotti scaduti
che i vostri figli li mandate nei migliori istituti
che inquinate le anime le strade le acque ed i prati
e i vostri giardini sono tutti curati
certe volte io mi sento male
ma le speranze non si sono spente
allora forza venite gente
noi dobbiamo convincerli che la vita vale
una vita soltanto più di una multinazionale”

A questo punto pare che il fesso sia io e la multinazionale sia lei e la vita del fratino e dell’ecosistema intero della spiaggia valga solo per qualcuno… dal 2002 ha cambiato idea o semplicemente non ha mai creduto in queste “fesserie” ecologiste e le fa solo piacere che chi è attento all’ambiente la segua, venga a vedere i suoi concerti?

Ho letto che dopo il “Safari Tour 2008” per compensare le emissioni di anidride carbonica prodotte dall’evento, sono stati piantati circa 2.262 nuovi alberi e che lei ha deciso di replicare il progetto con il tour del 2011 dedicato alla riforestazione di un’area del Camerun soggetta al taglio illegale e selvaggio di legname, con queste premesse i suoi fan ecologisti l’avrebbero seguita in massa anche negli spazi che l’uomo ha costruito per questi eventi e si sarebbe preso anche il solito applauso da parte di come me la vede in giro dai tempi di DJ tv ma non la ama particolarmente.

Allestimento su di un lido campano amico del fratino:,
progetto “Una spiaggia per il Fratino”

Non credete a questo “fesso”? Che ne sai tu che ti occupi di biologia marina? Bene ho intervistato per voi il collega dottor Marcello Giannotti, ornitologo dell’associazione Ardea a capo del progetto “Una spiaggia per il Fratino”:

“Eventi di grande portata come i concerti non possono essere realizzati sulle spiagge in quanto ambienti estremamente delicati e habitat di innumerevoli specie animali e vegetali. La sola idea di utilizzare tali ambienti per eventi così invasivi è indicativa di percorsi gestionali errati e incompetenti che nulla hanno di sostenibile (termine tanto abusato negli ultimi anni). In merito al discusso tour di Jovanotti, un evento che si descrive come innovativo ma che in realtà ha un approccio decisamente anacronistico di utilizzo (forse meglio dire sfruttamento) dell’ambiente naturale, in tanti si sono schierati contro e non si tratta di atteggiamenti ambientalisti estremi ma di pareri derivanti dall’intera comunità scientifica che si occupa di conservazione delle aree costiere, tra cui il Comitato Nazionale Conservazione Fratino. Pareri rimasti per lo più inascoltati. Il fratino è ormai il simbolo di questa lotta ma, se pur diretto interessato, non è l’unico a rimetterci; a pagarne le conseguenze infatti è l’intero ecosistema delle aree intaccate dell’infelice tour a prescindere dalla presenza di uova o di piccoli della specie.

I problemi, inoltre, rischiano di amplificarsi in quanto questo tour potrebbe svolgere il ruolo di apripista per altre future e “originali” esibizioni.

Resta da sperare che rimanga un caso isolato, da non replicare, e che Jovanotti e la sua organizzazione rispettino alla lettera le proposte cautelative prodotte dal CNCF al fine, almeno, di ridimensionare i danni”

Vedete qualche similitudine di pensiero?
Bene probabilmente non si tratta di un omogeneizzazione dovuta ad un ambiente comune ma di convergenza di vedute data dagli anni di studi!
Vi lascio un po’ di link:

Associazione Ardea

Una spiaggia per il fratino

Jova, non romperci le uova

LA GRANDISSIMA FACCIA TOSTA DI JOVANOTTI&TRIDENT

Grazie di cuore a Marcello Giannotti, per l’intervista e le foto di fratino, il tuo intervento rende l’articolo molto più credibile!

Fabio Russo

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