L’Eden violato

Maldive e microplastiche una brutta faccenda

Le Maldive sono uno di quei luoghi che soprattutto su noi italiani esercitano un fascino del tutto particolare, sono i tropici a portata di aereo, isole meravigliose raggiungibili con voli relativamente brevi dai principali aeroporti d’Italia.

La bellezza delle isole, la ricchezza di vita, anche se la barriera corallina non è in salute come un tempo (leggete anche questo mio articolo), fanno si che questi atolli siano diventati lo stereotipo del paradiso tropicale incontaminato!

Ma l’uomo è capace, con la sua enorme influenza, di contaminare e violare anche il paradiso più sperduto.

Isolotto maldiviano da cartolina, icona del paradiso tropicale.

Un recente studio, attualmente in pubblicazione (Spatial distribution of microplastics around an inhabited coral island in the Maldives, Indian Ocean) evidenzia un problema estremamente grave per le acque degli splendidi atolli maldiviani, sono, tenetevi forte,  i siti al momento conosciuti con il maggior inquinamento di microplastiche nel mondo. I dati suggerirebbero, infatti, che questo tipo di inquinamento abbia raggiunto livelli tanto elevati da far sospettare che ci si trovi di fronte a uno dei mari più inquinati da microplastiche dell’intero globo.

Andiamo con ordine, vi aiuto a capire, innanzitutto cosa sono le microplastiche?
si tratta di frammenti plastici di varia natura derivanti dalla frantumazione di oggetti di plastica di dimensioni maggiori, da scarti industriali o da riduzione di tessuti, si chiamano così perché sono molto piccole e hanno un diametro compreso in un intervallo di grandezza che va dai 330 micrometri e i 5 millimetri.
Vi lascio il link ad un articolo ben fatto che è molto esauriente:


Cosa sono le microplastiche e perché fanno male alla salute umana e del Pianeta

Lo studio portato avanti australiana Flinders University ha preso in considerazione sull’isola di Naifaru, (141 km a nord della capitale Malé, la più popolosa dell’atollo di Lhaviyani) i sedimenti provenienti da 22 siti di campionamento sulla barriera corallina, gli scogli e la spiaggia.
dai siti campioni è emerso un nuovo triste record; “La concentrazione di microplastiche trovate su Naifaru (55-1127,5 particelle/kg di sedimento studiato) era maggiore di quelle precedentemente trovate in un sito altamente popolato a Tamil Nadu, in India (3-611 particelle/kg), e simile a quelle di altre isole, abitate e non, nelle Maldive (197-822 particelle/kg)”.

Mappa presa direttamente dal paper, con punti di studio e concentrazioni di particelle per kg di sedimento

Da dove viene questa incredibile quantità di microplastiche?
Secondo uno degli autori della ricerca, Toby Patt, i non si tratterebbe solo di plastica appartenuta ai turisti: probabilmente la maggior parte viene regolarmente trasportata, grazie alle correnti oceaniche, dai paesi che hanno uno sbocco sull’oceano Indiano, principalmente l’India.
Inoltre, secondo i ricercatori, a rendere più grave il fenomeno sono anche le pessime pratiche di gestione dei rifiuti portate avanti dalle autorità maldiviane, che, ad oggi, non tengono assolutamente conto della crescita della popolazione e dell’enorme sviluppo turistico che le isole hanno avuto negli ultimi anni, come tenta di spiegare Karen Burke Da Silva, professoressa alla Flinders altra autrice dello studio.
In pratica alle Maldive tutti i rifiuti combustibili vengono bruciati gli altri giacciono in discariche, basta googolare Thilafushi per avere un idea.

Rifiuti plastici su un isola maldiviana, una triste foto.

Chi come me è stato per un periodo alle Maldive sa benissimo che l’inquinamento da plastica è un gravissimo problema per questi atolli, molte strutture ricettive e agenzie che organizzano viaggi verso questo paradiso si stanno impegnando fortemente per ridurre l’impatto che i turisti hanno ma non basta, c’è bisogno di un cambio culturale da parte dei maldiviani e del oro governo, un progetto per una migliore gestione dei rifiuti, perché se oggi il problema è la plastica a breve lo saranno i rifiuti di tipo tecnologico. Schermi, tv, telefonini, computer ecc. saranno a breve una complicazione molto grave se non si troverà un modo migliore di quello attualmente in uso nel paese per affrontare la questione rifiuti.  

Fabio Russo

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