Analisi di un “attacco”

Come non scrivere un articolo

Gironzolo spesso su google con la speranza di trovare qualche notizia interessante da condividere semplicemente mettendo il link sulla mia pagina facebook, è facile, veloce e spesso mi aiuta a fare divulgazione rapidamente senza dover scrivere personalmente, ovviamente prima controllo per bene che le notizie siano veritiere.
Quindi nel mio vagare mi imbatto spesso in notizie sugli squali, zio Google mi conosce bene, mi profila da anni e sa cosa mi piace e cosa no, ma una buona quantità di notizie che vedo su questi animali sono fesserie o sono scritte malissimo, è il caso della notizia in cui mi sono imbattuto qualche giorno fa su Esquire, una rivista on line generalista (estremamente generalista) che cerca di fare più click possibili. L’articolo in questione non è neanche firmato quindi non posso neanche lanciare invettive articolate e geniali verso un autore ben preciso.
La rivista titola:

Il video terrificante dello squalo che azzanna un sub alla testa”

BOOM!!!
Attenzione beccata, non solo da parte mia, che però leggerò in maniera molto scettica e critica, ma anche del grande pubblico che appena legge attacco di squalo corre a “leggere”, lo metto fra virgolette perché non tutti in realtà leggeranno, la maggior parte si fermerà al video!

Squalo tigre (Galeocerdo cuvier) fotografato alle Maldive

L’articolo è strutturato come al solito, l’autore misterioso ha scovato un video molto cliccato su youtube, lo ha integrato nell’articolo, come farò io per farvelo vedere, e lo ha commentato partendo da conoscenze di base sugli argomenti trattati molto basse!
Se cliccate sul titolo dell’articolo andate sull’originale ma preferirei non lo faceste, cliccando date visibilità a una cosa fatta malissimo, tanto analizzerò sia l’articolo che l’incidente da qui a poco, abbiate un po’ di pazienza.

Come preambolo però devo dire a chi non lo sa che ho passato da poco un periodo alle Maldive dove mi è capitato di guidare alcune immersioni con gli squali tigre, quindi mi sono trovato non nella condizione della “vittima” del video ma nei panni di quelli che intervengono per “salvarlo”, parlerò di qualcosa di cui ho un’esperienza diretta, non sono un esperto di immersioni di questo tipo e neanche un profondo conoscitore degli squali in generale ed è per questo che ho chiesto aiuto ad un amico ben più eminente di me.

Esemplare femmina con un amo conficcato a lato della bocca (Maldive)

Cominciamo quindi dall’articolo che in coda pubblica uno di questi video dove si legge chiaramente dal titolo che si tratta di una terza angolazione, bastano pochi click per rendersi conto che ci sono altre due angolazioni dello stesso evento, analizzerò i video più avanti.

Esquire esordisce con una serie di fesserie che evidenzia che non solo chi scrive non sappia niente di squali ma che non ne sappia neanche di Fiji e di subacquea:

“Si tratta di un vero e proprio paradiso naturale, di quelli che siamo abituati a vedere nei documentari in TV, con pesci di ogni tipo, acque azzurrissime e un clima perfetto. Ma anche in luoghi simili il pericolo può arrivare all’improvviso.”

Ma che stai dicendo? Si vede benissimo anche nel solo video che hai condiviso che si tratta di un’immersione proprio fatta per vedere gli squali  attirati con lo shark feeding, il “pericolo” non arriva all’improvviso, tutti aspettano gli squali.
Per chi non sappia cos’è lo shark feeding si tratta di una pratica, abbastanza diffusa nei paesi dove sono presenti degli squali , dove si attirano degli squali con del cibo.

“Il tutto è successo durante un’immersione subacquea, di quelle che si fanno con un istruttore esperto, e in cui grazie a bombole di ossigeno, attrezzature e lunghe pinne si visitano fondali tra i più belli al mondo, con tanto di barriera corallina, delfini e squali in lontananza. In teoria il pericolo non c’è, si può nuotare tranquillamente rimanendo però vicini alla guida. Finché succede qualcosa, arriva un enorme squalo tigre…”

Non ce la posso fare….
Che sia chiaro a chi non fa immersioni le bombole da sub NON contengono ossigeno, potrebbero, ma normalmente contengono ARIA, porcaccia miseria.
Le pinne lunghe non fanno una guida esperta, in alcuni luoghi si usano per avere un po’ di spinta in più contro forti correnti e gli squali tutti vogliono vederli da vicino, come vi dicevo lo squalo tigre volevano proprio vederlo. Aggiungo che stare vicino alla guida è una buona pratica, proprio perché la guida in genere conosce i posti ma non si può stare tranquilli solo perché si è vicini alla guida, il sommozzatore in genere deve essere autonomo, ben addestrato e capace di gestire la maggior parte degli inconvenienti che possono succedere sott’acqua.

“Lo squalo tigre già di norma è particolarmente grande, purtroppo per il gruppo di turisti però questo era davvero enorme, oltre quattro metri di lunghezza e un atteggiamento non proprio amichevole. Poi ha iniziato ad attaccare, la guida ha provato, grazie a una lunga asta metallica, a scacciarlo, ma era già troppo tardi.”

Un tigre di quattro metri è grosso ma non enorme come esemplare, lo squalo tigre (Galeocerdo cuvier), secondo almeno un resoconto probabilmente attendibile, può raggiungere i 7,4 metri di lunghezza, sono stati sicuramente segnalati esemplari di oltre 5 metri e si tratta di esemplari enormi, esemplari di 3/4 metri sono grossi ma abbastanza più comuni come dimensioni. In più non penso esista uno squalo “amichevole”, che significa amichevole, gli squali sono squali. In fine l’esemplare del video non ha attaccato proprio niente ma questo lo vedremo più avanti.

“l’animale aveva già puntato la testa del ragazzo malese, riuscendo ad azzannarla. Fortunatamente l’attacco dello squalo è stato un po’ sbilenco, non preciso, e altrettanto fortunatamente l’attrezzatura indossata dal ragazzo, maschera, muta e protezioni, ha attutito i danni. La maschera da sub è volata via col morso, e così anche le protezioni per la testa. Solo così, grazie a questa combinazione di fortune, è potuto sopravvivere.”

Lo squalo non punta la testa del ragazzo e non riesce ad azzannarla, perché se lo avesse fatto davvero l’avrebbe staccata di netto, non mi sembra che l’attacco, che non è un attacco vero e proprio come scrivevo poc’anzi, sia sbilenco e non capisco di che protezioni si parli, qualsiasi protezione si indossi non è che ferma un vero morso di un tigre che può tranquillamente tagliare in due una tartaruga.

Ma allora cosa è successo davvero e perché non è un vero attacco?
Ho chiesto un parere ad Alessandro De Maddalena (se cliccate sul nome arrivate alla pagina facebook che usa per lavoro), amico e grandissimo esperto di squali:

“Non vedo nessun attacco. Se vedo bene lo squalo morde la rubinetteria delle bombole, ma non è molto chiaro cosa morda effettivamente. Si tratta di un semplice morso esplorativo in ogni caso. Se avesse voluto fare danni avrebbe potuto fare a pezzi uno qualsiasi di quei subacquei in pochi secondi. Vedo della gente che invece di tenere gli occhi sullo squalo guardano dall’altra parte. In generale è un miracolo che durante immersioni del genere ci siano così pochi incidenti, la maggior parte delle persone che partecipano a queste attività non ha la più pallida idea dei rischi che corrono né di come si debbano comportare. Non conosco il sito né l’operatore, né i dettagli del caso, quindi non posso esprimere un giudizio specifico su tale evento.”

Nel primo video si capisce veramente poco ma si vede come dice Alessandro che più che altro lo squalo morde la rubinetteria, fra l’altro non è neanche un morso deciso in quanto non si notano danni alle fruste che avrebbero cominciato a perdere aria copiosamente se fossero state danneggiate. Il video è molto confusionario meglio analizzare gli altri due.

In questo video è chiaro che gli squali, mi sembra di vedere anche dei grigi, sono attirati con del cibo chiuso in una cassetta metallica, questo a mio avviso eccita molto gli squali che sentono l’odore del cibo ma non riescono a nutrirsene e si “innervosiscono”.
Il posizionamento dei subacquei è classico, anche se sono un po’ troppo stesi sul fondo, dovrebbero stare più dritti o addirittura in piedi, dovrebbe essere compito delle guide tenere alla larga gli esemplari che si approcciano dalle spalle, nel video con la seconda angolazione pare che la guida (quella con quello strumento metallico) più che guardare le spalle degli ospiti spinga lo squalo verso di essi. È anche vero che se uno squalo tigre di tre o quattro metri vuole fare quello che fa nel video non c’è guida che lo possa dissuadere.

Nella terza angolazione si vede qualcosa in più, si scorge prima una guida che allontana lo squalo con il classico bastone metallico ma “pungolandolo”, una cosa che guide più esperte mi han detto di non fare mai perché è un’altro atteggiamento che innervosisce i tigre. Poi evidentemente lo squalo, che ricordate cerca il cibo nella cassetta metallica, morde la rubinetteria del subacqueo forse proprio perché tratto in inganno.
Ricapitolando non si tratta di un pauroso incidente ma di qualcosa che può accadere soprattutto se non si sta attenti al proposito Alessandro aggiunge:

“La gente che si porta sott’acqua dovrebbe sapere che si tratta di un’attività in cui il fattore di rischio è non controllabile. Esistono oltre 500 specie di squali. Con la stragrande maggioranza di queste il rischio è QUASI inesistente. Non è la stessa cosa con squali bianchi, tigre ed estuarini (Carcharhinus leucas NdR). Chi decide di immergersi con gli squali tigre dovrebbe essere informato del fatto che si tratta di un alto livello di pericolosità e fare di conseguenza una scelta ponderata. Ma tutti vedono le immagini filmate a Tiger Beach, dove gli squali tigre sono di fatto addomesticati e pensano che sia la cosa più sicura di questo mondo. Ovviamente gli operatori se ne guardano bene dal dire che ci sono stati incidenti mortali.”

Alle sue parole mi torna in mente qualche “divulgatore” moderno che si fa fotografare mentre tocca gli squali bianchi cercando a suo dire di cambiare l’idea che la gente ha di questi animali, di sicuro non si tratta dei mostri dei film ma neanche del vostro cane, alcune dimostrazioni, a mio avviso, sono deleterie perché portano l’opinione pubblica a pensare che questi stupendi predatori apicali siano dei cuccioli inoffensivi.

Ringrazio Alessandro De Maddalena per i preziosi interventi, ho sempre qualcosa da imparare da lui.

Fabio Russo

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