Chiama le cose con il loro vero nome

I nomi scientifici e perché ce li cambiano di continuo

Dare il nome alle cose è sempre stato uno dei crucci dell’umanità, è talmente radicato in noi come genere umano che addirittura nella bibbia si dice che Dio in persona (si può dire in persona riferito a Dio?) diede all’uomo il compito di farlo (Genesi 2:20-21), non c’aveva sbatta Dio, era una settimana che lavorava e non vedeva l’ora di delegare un po’.
All’uomo non gli devi dare compiti, quello va in fissa e non la smette più, ha combinato un casino con sti nomi e con quel “andate e moltiplicatevi” non ne parliamo va!
Ma a cosa serve nominare qualcosa? È utile evidentemente a capirsi rapidamente (mi sento Capitan Ovvio ma seguitemi perché arriviamo da qualche parte), è evidente che se dovessimo spiegare ogni volta cosa ci serve senza nominarlo perderemmo un sacco di tempo, se ad esempio mi servisse una forchetta e non l’avessi nominata precedentemente dovrei rivolgermi al mio interlocutore dicendogli: “Passami per cortesia quell’oggetto metallico con più punte che utilizzo solitamente per mangiare”.

Capite al volo che ogni volta è tedioso nonché impreciso, questo giro di parole non identifica le forchette in generale ma solo un tipo di forchetta perché complessivamente la parola forchetta si adatta all’idea platonica della forchetta.

Carl von Linné era proprio un gran figo.

Così ,come nel mio esempio, prima di Carl Nilsson Linnaeus (Carl von Linné o Carlo Linneo in italiano) ogni volta che si doveva nominare scientificamente una specie in un lavoro la si doveva descrivere parte per parte. Lo svedese (si Linneo era svedese) introdusse e descrisse la così detta “nomenclatura binomiale”, quella che usiamo tutt’oggi, una convenzione standardizzata che ad ogni specie associa un nome fatto da 2 parti la prima è il nome del genere la seconda è l’epiteto specifico che distingue la specie dai congeneri.
Il genere è un po’ come se fosse il “cognome” della specie mentre l’epiteto il nome personale, per avere la specie precisa vanno per forza abbinati, ad esempio se uso solo Octopus indico il genere che contiene varie specie, se metto solo l’epiteto vulgaris non significa niente perché ci sono un infinità di specie che hanno come epiteto scientifico vulgaris che in sostanza significa comune (Artemisia vulgaris o Lissotriton vulgaris per fare 2 esempi molto lontani dal nostro amico polpo), quindi bisogna abbinarli in Octopus vulgaris per capirsi.
Quando Linneo introdusse questa metodologia la lingua della scienza era il latino quindi per distinguere che si stava parlando della specie e per non confondere il nome con il resto del testo lo si metteva in corsivo, cosa che facciamo tuttora, il genere va messo sempre in maiuscolo mentre l’epiteto in minuscolo.

Un esemplare di Octopus vulgaris Cuvier, 1797, l’epito vulgaris significa comune.

L’uso della nomenclatura scientifica binomiale è essenziale oggi come ieri, quando si utilizza un nome scientifico è quello per qualsiasi lingua (pronuncia del latino a parte) e ovunque io mi trovo posso parlare di una specie e farmi capire senza aver problema di traduzioni o di particolari nomi locali.
Il preambolo è un po’ tosto ma importantissimo quindi state con me, vi vedo che vi cala la palpebra!

Chi dà il nome a una specie?
Lo scopritore di una nuova specie ha il diritto di nominarla, ma anche lo scopritore di un nuovo genere ha il diritto di dargli un nome, questo si chiama principio di priorità: Solitamente il nome dello scopritore e l’anno di scoperta si pospongono subito dopo il nome scientifico, senza le parentesi se la specie è rimasta nella combinazione originale dello scopritore all’interno di parentesi se la combinazione genere/specie è cambiata.
Ad esempio; Anemonia viridis (Forsskål, 1775), significa specie fu descritta da Forsskål nel 1775 con combinazione non originale, infatti, il buon Forsskål la descrisse come Priapus viridis, il perché dei cambi lo vedremo in seguito.

Anemonia viridis (Forsskål, 1775), il buon Forsskål lo associò al genere Priapus

Il nome scelto dallo scopritore viene sottoposto ad una commissione internazionale, la Commissione internazionale di nomenclatura zoologica (ICZN), che studiando per bene appura che la specie sia effettivamente nuova alla scienza e quindi ne conferma il nuovo nome.
Tutta questa procedure è racchiusa nel Codice internazionale di nomenclatura zoologica, amichevolmente detto IL CODICE dagli zoologi.
Ma allora perché visto che qualcuno ha dato un nome ad una specie ogni tanto i nomi che conoscevamo a memoria vengono modificati o cambiati del tutto?

Non si tratta di scherzetti dei ricercatori per testare la memoria di tutti, la mia compresa, ma hanno una ragione ed un significato ben precisi.
Possono in effetti capitare un po’ di casi; più comunemente si pensa di aver descritto una specie nuova, la commissione in una prima indagine conferma ma salta fuori che in realtà quella specie era già stata descritta da qualcun altro in precedenza, si tratta di un caso che avviene più di frequente di quello che si pensa.
Un altro caso, che potrebbe essere considerato una sottocategorie del precedente, avviene quando si descrive una specie, questa ad una prima occhiata risulta essere diversa da una molto simile ma poi si appura che in realtà si tratta solo di una variabile, un esempio è la gorgonia rossa in variante bicolore, per un certo periodo di tempo fu considerata una specie a parte, Paramuricea chamaeleon, ma che è infine risultata una variante di Paramuricea clavata.

Un esemplare di gorgonia rossa Paramuricea clavata bicolore una volta classificata come specie a se stante sotto il nome Paramuricea chamaeleon.

Questa eventualità succede molto spesso anche fra organismi che hanno uno spiccato dimorfismo sessuale, una differenza molto marcata fra i due sessi, che in passato potevano essere descritti come animali di specie diverse con nomi scientifici differenti, questo caso è avvenuto e può avvenire anche con specie che hanno forme larvali molto differenti dagli adulti.

Può anche succedere che studi successivi possano far cambiare il genere di appartenenza della specie in questione, a quel punto l’epiteto scientifico rimane ma deve per le regole della lingua latina concordare con il genere, è il caso del Cymatium parthenopeum che adesso è Monoplex parthenopeus (Salis Marschlins, 1793) e che in origine venne descritto come Murex parthenopeus.
Generalmente quando un nome cambia gli altri diventano dei sinonimi, quindi non è proprio un errore grave non essere aggiornatissimi.

Ecco il mollusco attualmente chiamato Monoplex parthenopeus.

Perché questi cambi sembrano essere più frequenti negli ultimi anni rispetto al passato?
La risposta è tanto semplice quanto complessa e nel quadro generale c’entra l’analisi del DNA.
Negli ultimi anni abbiamo imparato tanto bene a fare questo tipo di analisi che siamo stati capaci di applicarle un po’ a tutte le specie mettendole in una grossa banca dati, i risultati di queste analisi ci danno la distanza genetica, cioè una misura della differenza del materiale genetico tra distinte specie o individui della stessa specie, inoltre adesso queste analisi sono molto meno costose rispetto a qualche anno addietro.
Questa misura non solo ci dice se due specie sono in realtà una specie sola ma ci può indicare il grado di parentela fra più specie spostando così alcuni organismi da una famiglia ad un’altra ma anche da un genere a un’altro.
Questo enorme lavoro ancora in atto ha portato delle grosse rivoluzioni di classificazione, può capitare che alcune specie, infatti, siano solo delle variabili di altre e che l’anatomia esterna ed il pattern di colori ci inganni, vecchi tassonomi che guardavano il numero di scagliette presenti su una guancia di un pesce fatevi da parte è arrivato il DNA barcoding.
Un esempio recentissimo di questo rimodernamento continuo è quello della Aminoea bordi blu, mollusco opistobranco di recente ingresso nel Mar Mediterraneo tramite Suez. Quando abbiamo cominciato a studiare questa specie ne sapevamo molto poco, infatti, in Mar Rosso non è molto comune e all’inizio della sua colonizzazione del Mare Nostrum era nota agli studiosi come Haminoea cyanomarginata Heller & T. E. Thompson, 1983, tanto che in un articolo del 2014 usavo questo nome scientifico che era considerato valido, successivamente alcuni studi evidenziarono come questa specie appartenesse in realtà al genere Lamprohaminoea, ci avevo messo tanto ad impararlo ma fa niente.
Qui arriva il colpo di scena dell’ultima ora, uno di quelli che gli anglofoni chiamerebbero plot twist, che Psycho di Alfred Hitchcock levati proprio e che mi ha lasciato con un: “ma che caxx” sulla punta della lingua.
Un recente studio genetico su queste ed altre lumachine (Systematic revision of the Indo-West Pacific colourful bubble-snails of the genus Lamprohaminoea Habe, 1952 (Cephalaspidea : Haminoeidae)) ha evidenziato come la nostra  Lamprohaminoea cyanomarginata in realtà non esista, no, non si tratta di un caso di isteria di massa ma il DNA ha evidenziato che questa sarebbe in realtà una variante cromatica di un’altra lumachina già descritta in precedenza di Lamprohaminoea ovalis (Pease, 1868).
Per il principio di priorità visto che un esemplare Lamprohaminoea ovalis era stato descritto prima (1868) di Lamprohaminoea cyanomarginata (1983) e visto che le due lumachine sono la stessa specie il secondo non è più valido, diventa un sinonimo e al massimo descrive una variante del primo.

Haminoea cyanomarginata, anzi no Lamprohaminoea cyanomarginata, anzi no Lamprohaminoea ovalis, per Nettuno non ce la faccio più.

Gli esempi di questo tipo si sprecano e se vogliamo fare come Alexander Supertramp (protagonista del libro e del omonimo film “Into the wild”) e chiamare le cose con il loro vero nome dobbiamo far affidamento sempre più spesso ad internet, che più dei libri è aggiornato di continuo, vi consiglio, per le specie marine, di far riferimento a WoRMS (World register of marine species) un sito abbastanza aggiornato che spesso ricostruisce tutta la storia dei nomi di una specie.

Una schermata di WoRMS molto eloquente, l’evoluzione del nome di Felimida binza, un nudibranco presente anche in Mediterraneo.

Vi lascio in coda una lista di alcuni termini latini e greci che spesso si trovano nei nomi scientifici (presa da wikipedia) se mai doveste nominare una nuova specie non si sa mai.

Fabio Russo

role latine e greche
(o parti di esse)
Lingua
L=Latino
G=Greco
Traduzione
anglicusLinglese
archaeo-Gantico (estinto), primordiale, che era all’inizio
arcticusLartico
argentatusLargentato
australisLdell’emisfero meridionale
-avisLuccello
-batrachusGanfibio
bengalensisLdel Bengala, indiano
borealisLboreale
brachy-Gcorto
brevisLcorto
capensisLdel Capo
carboLcolor carbone
caulosGgambo, fusto
(-)caudatusLcon la coda
-cephalusGche ha la testa con particolari caratteristiche (es. globosa)
-cepsLtesta
cer(at)o-Gdotato di corna
-cetusGcetaceo
-champsaGcoccodrillo
-chelysGtartaruga
chiro-/-ch(e)irusGmani
chloros (χλωρός)Gverde
cinereusLcolor cenere
coel-Gcavo, vuoto
-colaL-geno, abitante
cristatusLcrestato, con la cresta
cyanosGciano, azzurro
-dactylusGdito
decaGdieci
dermisGpelle
diplo-Gdoppio
dodecaGdodici
dolicho-Gallungato
domesticusLdomestico
dorsalisLdal dorso
dukhunensisLdel Deccan, indiano
echinusGspinoso
-elapsGserpente
enneaGnove
enneaGnovanta
erythro-Grosso
familiarisLcomune
fasciatusLstriato
-floraLfiore
-foliaLfoglia
fuscusLmarrone scuro
fulvusLgiallo
gallicusGfrancese
-gasterGventre, stomaco
-gnathusGmascelle
glycisGdolce
habros-Gmorbido
haloGsale
hecta-Gcento
helveticusGsvizzero
hendeca-Gundici
hepta-Gsette
heptacota-Gsettanta
hexa-Gsei
hexacota-Gsessanta
-(h)erpetonGanfibio o rettile
hibernicusLirlandese
horridusLspinoso
hortensisLda giardino
-ichthysGpesce
icosa-Gventi
indicusLindiano
lateralisLlaterale
-lepis/lepido-Gsquamato
lepto-Gstretto
-leucus/leuco-Gbianco
lineatusLrigato, a strisce
longusLlungo
ludovicanusLdi Ludovico
lusitanicusLportoghese
luteusLgiallo
macro-Ggrande
maculatusLmaculato
madagascariensisLdel Madagascar
majorLmaggiore
mauritanicusLmarocchino o nordafricano
mauro-Gscuro
maximusLmolto grande
melano-Gnero
micro-Gpiccolo
-mimusLsimile
minimusLpiccolissimo
minorLminore
montanusLmontano
-morphusGforma
-nettaGanatra/oca
nigerLnero
nonaLnove
notho-Gfinto, bastardo
noto-Gmeridionale
novaehollandiaeLaustraliano
novaeselandiaeLneozelandese
noveboracensisLdi New York
obscurusLoscuro
occidentalisLoccidentale
octa-Gotto
octaconta-Gottanta
-odus/odonGdenti
oeos-Gtubolare
officinalisLmedicinale
-oidesGsimile a
-onyx/-onychusGartiglio
-ophis/-ophidionGserpente
-opsGocchi, faccia
orientalisLorientale
-ornisGuccello
ortho-Gdritto, eretto
pachy-Gspesso, robusto
palaeo-Gantico (estinto)
par(a)-Gsimile
parvusLpiccolo
pedi-Lpiede
pelagiusGoceanico
penta-Gcinque-
pentacontaGcinquanta
petraGpietra
phyllo-Gfoglia
-phytonGpianta
platy-Gpiatto
proto-Gprimo
pseudo-Gsimile a x, falso x
-pterus/-pteryxGala, penne
-ptilonGpiuma
punctatusLpunteggiato, maculato
-pusGzampe
-raptorLpredatore
repensLstrisciante, stolonifero
-rhinusGnaso
rhizaGradice
rhyncho-/-rhynchusGbecco
rhytisGcorrugato
rubraLrosso
-rostrisLbecco
rufusLrosso
sativusLseminato, coltivato
-saurus/-sauraGlucertola, rettile
sinensisLcinese
-suchusGcoccodrillo
-stomaGbocca, apertura
striatusLstriato
strix/strigosGuccello notturno
sylvestrisLdella foresta, selvatico
tetra-Gquattro-
tetracontaGquaranta
-teuthisGcefalopode
-theriumGbestia (mammifero)
tinctoriusLcolorante
tomentosusLpeloso
trich-, -thrixGcapello
tricontaGtrenta
-uraGdella coda
variabilisLvariabile
variegatusLvariegato
-ventrisLventre
verrucosusLdalla pelle rugosa
viridisLverde
vittatusLstriato
volansLvolante
vulgarisLcomune
xeroGsecco

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