La manta e la canocchia

più di una favola

I suoni della notte sull’oceano sono meravigliosi, finalmente c’è pace, gli ultimi schiamazzi della cena a bordo sono finiti e lentamente ospiti ed equipaggio stanno per addormentarsi.
Solo lo scricchiolio delle cime tese di ormeggio del Dhoni è accompagnato dal classico sciabordio di onde basse, all’interno dell’atollo si sta quasi sempre tranquilli.
Siamo a cavallo fra il 2019 e il 2020, sono alle Maldive e il resto per adesso non conta.
La sera è un ottimo momento in questi luoghi per rilassarsi prima di prender sonno, ma è anche il tempo in cui un naturalista come me può fare gli avvistamenti migliori. Le flebili luci della barca attirano sempre del plancton, che già di per se è meraviglioso da osservare, ma con il plancton è l’intera catena alimentare a muoversi.
Nelle notti comuni è già estremamente appassionante tenere d’occhio l’immenso nero come l’inchiostro del mare, aperto dalla luce della barca che di tanto in tanto illumina qualche forma giovanile, un aguglia, un pesce volante, un calamaro, un delfino in caccia o qualche animale che rimarrà fugace e non identificato.
Nelle notti speciali, quelle magiche, si mette a poppa una potente luce per cercare di fare qualche avvistamento “particolare”, si cercano in genere i grandi mangiatori di plancton come gli immensi squali balena e le leggiadre mante.
È in una di quelle notti che la mia piccola favola si ambienta, una roba tipo Esopo, ma subacquea, senza una morale e con un po’ di biologia marina.

Placido tramonto in barca, aspettando le ore notturne.

Come vi dicevo uno degli obiettivi di queste notti “speciali” sono le mante, è ovvio che questi potenti fari non si accendono a caso, ci sono dei luoghi dove la probabilità di incontrare uno di questi splendidi animali sono più alte ed è li che si accendono i riflettori speranzosi di uno spettacolo che solo la natura sa dare.
Poco prima del tramonto si comincia ad accendere la potente luce che servirà ad attrarre lo zooplancton durante le ore di buio, infatti, i piccoli esserini, le forme larvali eccetera che compongono questo tipo di plancton sono attirati dalla luce, un po’ come le falene, questo tipo di comportamento è detto fototassi positiva.
La fototassia è il movimento orientato rispetto a una sorgente luminosa, questa può essere positiva se orientata verso la luce o negativa se viceversa, in natura ci sono un sacco di esempi di un tipo o dell’altro movimento, per esempio, le stelle serpentine o ofiure presentano una fototassi negativa, se esposte alla luce solare o a luce artificiale fuggono allontanandosi e in generale vengono dette fotofobe.

Lo zooplancton attirato dalla luce a poppa della barca in un mio post su Instagram del 2020.

Il plancton inevitabilmente attira dietro di se tutta la catena alimentare, piccoli pesci che mangiano plancton, pesci medi che mangiano i più piccoli e così via sino ad arrivare a quelli più grossi. Si tratta di qualcosa conosciuto si da tempi antichi ed utilizzato anche nella famosa pesca con la lampara in Mediterraneo.
Qualche volta però questa lunga catena letteralmente fa un salto di massa, i piccoli componenti dello zooplancton non vengono ingeriti da piccoli pesci ma da grossi pesci cartilaginei specializzati nella nutrizione su questo gruppo di animali. Incredibilmente un cibo così piccolo mangiato in grandi quantità è capace di sostenere dei veri e proprio gargantua del mare come gli squali balena (Rhincodon typus), le mante oceaniche (Manta birostris) e le mante di reef (Mobula alfredi).

Una manta di reef, Mobula alfredi, sotto i riflettori.

Le luci sono accese e le Mante di reef non tardano ad arrivare, cominciano la loro danza sotto le luci, le mante per nutrirsi in un punto predefinito preferiscono farlo facendo una serie di “loop“. Durante questi giri ripetuti sullo stesso punto le appendici cefaliche a forma di cucchiai convogliano l’acqua e il plancton verso l’enorme bocca,  all’interno della quale le branchie vengono usate come un setaccio per filtrare.

Le enormi fauci della manta di reef, nella foto in evidenza la bocca, le branchie e l’esofago.

Il tutto è ovviamente affascinante ed anche dopo tante volte che si osserva l’evento non ci si abitua mai, ero sempre in prima fila a guardare queste splendide creature, finché le mante non andavano via o finché la stanchezza non prevaleva sullo stupore.
In una di quelle notti splendide e da sogno successe qualcosa di particolare, in realtà l’avvenimento mi era già successo precedentemente; mi era capitato in una notte all’interno del porto di Hulhumale di osservare una canocchia che nuotava a pelo d’acqua, generalmente le canocchie (Stomatopodi) durante la loro fase adulta sono animali bentonici, questo significa che vivono la maggior parte della loro vita molto vicine al fondo. L’evento mi sembrò quindi eccezionale ma un amico presente a bordo e con molta più esperienza di me mi disse che era una cosa che poteva succedere.

Il video girato con il cellulare che condivisi su Instagram, il comportamento mi lasciò perplesso, non sapevo lo avrei osservato ancora.

Non sapevo all’epoca che avrei assistito di nuovo alla comparsa di una canocchia a pelo d’acqua. Così quella magica notte mentre fotografavo le mante il piccolo crostaceo rubò rapidamente i riflettori agli enormi pesci cartilaginei. Far le foto fu sicuramente divertente, ma mai quanto osservare i comportamenti che intercorrevano fra le 2 specie. La manta indifferente continuava come un bulldozer i suoi cerchi provando a catturare quanto più plancton possibile, la canocchia cercava di cacciare anch’essa con i suoi arti raptatori qualche piccola preda. Purtroppo per la piccola canocchia a volte la manta si avvicinava troppo e per non rischiare di finire in quelle enormi fauci la colpiva più forte che poteva con gli arti raptatori.

Il gigante buono si avvicina alla piccola canocchia, in alto sulla destra, le interazioni fra le due specie furono bellissime ma troppo difficili da fotografare.

Dopo alcuni tentativi di scatto all’insolita coppia decisi di dedicarmi completamente alla fotografia della canocchia, che scoprii in seguito essere una canocchia maculata, Lysiosquilla maculata. Le canocchie vengono spesso anche chiamate gamberi mantide (dall’inglese mantis shrimp), questo proprio per la particolare struttura degli arti che usano per cacciare che ricordano nella forma proprio gli arti raptatori delle mantidi terrestri, adattate per lo stesso scopo risultano un bel esempio di convergenza evolutiva. Le differenze però saltano agli occhi subito, in particolare si nota l’articolazione del dattilo che è opposta nei due taxa.

I colpi che riceveva la manta erano sicuramente innocui per il grosso animale ed aiutavano la canocchia ad allontanarsi spingendosi indietro con gli arti.
In realtà all’interno dell’ordine degli stomatopodi esistono due “gruppi” con il secondo paio di arti toracici modificato in appendici raptatorie che presentano un aspetto diverso a seconda delle specie e delle abitudini alimentari. Ad esempio la nostra Lysiosquilla maculata, come la comune canocchia (o pannocchia) del Mediterraneo (Squilla mantis), sono predatori di animali non corazzati ed hanno evoluto arti proprio simili a quelli delle mantidi, adatti in tutto e per tutto ad infilzare e trattenere la preda. In altre specie, invece, predatori di organismi con gusci duri come bivalvi, gasteropodi e crostacei, queste appendici hanno un aspetto del tutto diverso, simili a clave con una lancia in punta, con potenti colpi spaccano letteralmente gli spessi gusci che proteggono le prede. Qualcuno dice che queste percosse siano paragonabili a un colpo di pistola calibro 22.

Video di Odontodactylus scyllarus intenta a demolire un bivalve.

Tornando alla nostra canocchia maculata (Lysiosquilla maculata) con i suoi massimi 40 cm di lunghezza dovrebbe essere uno degli stomatopodi più grandi del mondo, in genere questa specie vive su fondi sabbiosi/fangosi e attende le prede in piccole tane e da nessuna parte ho letto che può nuotare sino alla superficie per predare piccole creature, si tratterebbe quindi di un comportamento abbastanza usuale ma mai documentato ufficialmente, anche se in giro si trovano tante foto di questo comportamento. Le canocchie sono in effetti abili nuotatrici, usano questo loro abilità principalmente nella loro fase larvale. Generalmente, così come i gamberi, navigano con il lento movimento dei pleopodi, le piccole appendici a forma di pala presenti sotto l’addome, usate per il nuoto o per trasportare le uova negli esemplari femminili. Quando la situazione diventa allarmante, in caso di pericolo imminente, il nuoto di questi crostacei cambia, rapide contrazioni dell’addome contro il cefalotorace producono un nuoto propulsivo a scatti, non preciso ma molto veloce e adatto ad una rapida fuga.

Canocchia maculata (Lysiosquilla maculata) letteralmente rema con gli ampi pleopodi proprio sotto il pelo dell’acqua.

In pratica la canocchia maculata qualche volta è attirata dalla luce durante la notte, probabilmente perché sa bene di poter trovare qualche preda da agguantare e di cui nutrirsi, richiamata a sua volta dalla presenza del plancton, è la storia della risalita dell’intera catena alimentare che vi raccontavo pocanzi. Evidentemente se questi crostacei mostrano questo comportamento ci deve essere un certo vantaggio energetico visto che il più delle volte sono organismi bentonici che cacciano all’agguato rimanendo fermi nella loro tana.

Un’altra foto di questa magnifica canocchia.

Non so se mi capiterà più di osservare questa specie e questo comportamento, ricordo che ogni volta che è successo sono rimasto stupito e quella volta che riuscii ad entrare in acqua per fotografare fu la volta che un piccolo crostaceo rubò le luci della ribalta alla danza di un gruppo di grosse mante, qualcosa che è abbastanza raro ma che può succedere soprattutto agli occhi di un attento naturalista.

Fabio Russo

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...